Come ho davvero iniziato a fare self-hosting (senza rendermene conto)

Tutto è iniziato con un vecchio computer: un Pentium 4 che avevo messo in un angolo, ricoperto di polvere e ricordi. Lo accesi quasi per scherzo, giusto per vedere se funzionava ancora. Il rumore della ventola sembrava un aereo in decollo. Ma in quel momento, non sapevo che quel relitto tecnologico sarebbe diventata la mia palestra per imparare il self-hosting.

All’inizio, non avevo un’idea precisa ma volevo solo fare qualcosa. Così, dopo aver formattato il disco rigido, installai una distribuzione Linux. Non ricordo quale, ma so che ci impiegai giorni solo per far apparire il login. Ogni errore era una delusione, ma ogni problema risolto mi dava la forza di continuare. Alla fine, riuscii a far funzionare un server web apache e php. Lo usai per ospitare semplici pagine HTML tra cui una di presentazione con la scritta “Ciao mondo, benvenuti sul mio server” e provare script php, niente di speciale, ma era mio.

Non ero un esperto. Anzi, ero un newbie con più entusiasmo che competenze. Ma il bello del self-hosting era proprio quello: non serviva una laurea in informatica, bastava la voglia di sperimentare. Ogni settimana aggiungevo qualcosa e ogni progetto era una scusa per imparare qualcosa di nuovo.

Certo, non è stato tutto rose e fiori. Ma ogni casino era una lezione. E ogni volta che risolvevo un problema anche bischero, mi sentivo meno dipendente dai servizi commerciali che ti promettono comodità in cambio dei tuoi dati personali e sensibili.

Oggi uso hardware migliore, ma la filosofia è la stessa di allora: se non lo gestisco io, non è davvero mio.

Se mi chiedi perché lo faccio, la risposta è semplice: non è (solo) per la privacy, per il controllo o per l’orgoglio di dire “l’ho configurato io”. È perché il self-hosting mi ha insegnato che la tecnologia non è una scatola chiusa ad uso e consumo delle Big Tech, ma che possiamo riprenderci il controllo costruendo alternative con le nostre mani.

Quindi, se hai un computer vecchio o un laptop dimenticato in un cassetto: accendilo. Prova a installarci una distribuzione Linux Debian e Docker, butta su un container leggero come Memos o Vaultwarden o per qualcosa che ti serva davvero. Fallirai, imprecherai, formatterai tutto e ricomincerai. Ma prima o poi sarà una vittoria e finalmente soddisfatto potrai urlare: C’è l’ho fatta, sono libero dalle corporation.

emanuelegori
emanuelegori

Sono Emanuele, un appassionato di informatica da quando, negli anni 90, ho scoperto il mondo digitale con il mio primo personal computer Intel 386.
Da allora, non ho mai smesso di esplorare, imparare e condividere.
Oggi mi dedico al self-hosting, all'open source e alla privacy, per costruire un futuro digitale più autonomo e sicuro.

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