ChatGPT e i grandi modelli linguistici stanno rivoluzionando il modo in cui navighiamo online, al punto da modificare gli equilibri del web. Lo rivelano dati come quelli raccolti da SimilarWeb: piattaforme colossali come #Google, YouTube, Wikipedia, Reddit e persino Yahoo (soprattutto la sua versione giapponese) stanno registrando un calo nei visitatori. E la tendenza è simile anche per i giganti social come Facebook, Instagram e X.

Un trend che trova conferma anche nelle parole di Eddy Cue, vicepresidente di #Apple, che davanti al Senato americano ha sottolineato come ad aprile le ricerche effettuate tramite Safari su Google siano calate per la prima volta dopo 20 anni.

Spicca tra tutti la crescita vertiginosa di #ChatGPT. In un solo anno, è balzato dal 15°esimo al 5° sito più visitato al mondo, con un incremento del 15% nel solo mese di aprile 2025, superando i 5 miliardi di visite.

Il boom della “AI search” – ossia la ricerca di informazioni tramite modelli linguistici – sta indebolendo i motori di ricerca classici. Tra maggio 2024 e maggio 2025, Google ha perso il 2% di traffico, Bing il 18%, Yahoo l’11% e Baidu il 12%.

E Google, che ora offre AI Overviews nei risultati, ha causato una caduta del 70-80% dei click sulle fonti originarie. Per editori grandi e piccoli, è un colpo pesante: potrebbero perdere fino a tre quarti delle visite su cui contano per sopravvivere.

Ma la vera domanda è: che ne sarà dell’informazione indipendente? Dei piccoli editori e dei siti locali che non possono negoziare accordi milionari?

Questi si trovano in un vicolo cieco: vietare l’uso dei propri contenuti da parte degli LLM rischiando l’invisibilità oppure continuare a regalarli, sperando in un ritorno in visite ?

Probabilmente l’unica speranza è concentrarsi su ciò che rende unico il proprio contenuto: originalità, qualità, rapporto diretto con il lettore.

Fonte https://www.wired.it/article/chatgpt-llm-fine-internet/